Consiglio di Stato, Sez. V, 02.04.2025 n. 2776: patrocini legali e tracciabilità dei flussi finanziari negli appalti pubblici

Il 2 aprile 2025, la Sezione V del Consiglio di Stato ha emesso una sentenza cruciale in merito alla gestione dei patrocini legali nei contratti pubblici. Con la sentenza n. 2776, è stato ribadito che anche i servizi legali, pur essendo esclusi dalla procedura di evidenza pubblica, sono comunque considerati appalti pubblici e soggetti a tracciabilità dei flussi finanziari. Questo rappresenta una novità significativa per la gestione dei contratti di prestazione d’opera legale da parte della pubblica amministrazione (PA).

L’applicabilità della tracciabilità nei patrocini legali

La questione sollevata riguardava l’applicazione della comunicazione CIG (Codice Identificativo di Gara) nei contratti di patrocinio legale. Sebbene questi contratti siano tradizionalmente esclusi dalla gara pubblica, il Consiglio di Stato ha confermato che la tracciabilità dei flussi finanziari deve comunque essere garantita. La PA deve monitorare i flussi di denaro, indipendentemente dal fatto che il contratto sia stato affidato tramite una gara pubblica o un affidamento diretto. Questo principio si applica anche ai contratti legali, che sono considerati alla stregua di “appalti pubblici” ai sensi dell’art. 56 del Decreto Legislativo n. 36 del 2023.

L’art. 56 del decreto legislativo n. 36/2023 e i servizi legali

Il decreto legislativo n. 36/2023 stabilisce che i “servizi legali” sono esclusi dagli obblighi di evidenza pubblica, ma sono comunque classificati come appalti pubblici. Questo significa che, sebbene non sia necessario indire una gara, i contratti di patrocinio legale devono rispettare determinati principi di trasparenza e concorrenza. La finalità di questa normativa è garantire che la PA scelga il miglior professionista disponibile, assicurando imparzialità e trasparenza, principi fondamentali nel diritto amministrativo.

ANAC e la vigilanza sui contratti di patrocinio legale

Un altro aspetto fondamentale della sentenza riguarda il ruolo di ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) nella vigilanza sui contratti di patrocinio legale. La sentenza ha confermato che ANAC ha il compito di monitorare e garantire che l’affidamento di questi contratti rispetti i principi di correttezza e trasparenza, anche se non sono soggetti a gara pubblica. Questo è un passo importante per evitare abusi e garantirne la regolarità. ANAC, infatti, ha il compito di verificare che la PA rispetti i principi di imparzialità e concorrenza, anche attraverso procedure semplificate, come gli interpelli.

La distinzione tra tipologia e procedura del contratto

La sentenza chiarisce che non esiste una categoria di contratti “estranei” alla disciplina dei contratti pubblici. Tutti i contratti stipulati dalla PA per la fornitura di servizi legali sono comunque da considerarsi appalti pubblici, anche se non sottoposti a gara. La distinzione fondamentale riguarda la “procedura di affidamento”, che può essere semplificata, ma non cambia la natura pubblica del contratto. La PA deve comunque garantire trasparenza e imparzialità nella scelta del contraente, anche se non vi è una gara formale.

Il ruolo della tracciabilità dei flussi finanziari

Una parte centrale della sentenza riguarda l’obbligo di tracciabilità dei flussi finanziari. L’art. 3 della legge n. 136 del 2010 stabilisce che tutti i contratti pubblici devono essere monitorati per garantire che le risorse pubbliche siano gestite correttamente. Questo principio si applica anche ai servizi legali, come confermato dalla sentenza. La comunicazione CIG diventa quindi uno strumento indispensabile per garantire il corretto utilizzo dei fondi pubblici, anche quando il contratto non è stato affidato tramite una gara.

Conclusioni

La sentenza del Consiglio di Stato n. 2776 del 02.04.2025 segna un’importante evoluzione nella gestione dei contratti pubblici, inclusi quelli di patrocinio legale. I contratti legali, sebbene non soggetti a gara pubblica, devono comunque rispettare i principi di trasparenza e concorrenza e sono soggetti alla tracciabilità dei flussi finanziari. Questo approccio garantisce un maggiore controllo sulla gestione delle risorse pubbliche e prevenzione degli abusi, grazie alla vigilanza di ANAC e alla corretta applicazione delle normative sulla tracciabilità dei flussi finanziari.