Il TAR Roma, con la sentenza n. 13225 del 1 luglio 2024, si è trovato a valutare la tempestività di un ricorso in relazione alla procedura di affidamento di un servizio di mappatura. La controversia ruota attorno alla corretta interpretazione dei termini per l’impugnazione dell’aggiudicazione, alla luce delle disposizioni del nuovo codice dei contratti pubblici, il d.lgs. 36/2023.
Il contesto
La ricorrente ha sollevato una questione relativa alla pubblicazione della graduatoria della gara sulla piattaforma telematica, avvenuta il 29 aprile 2024, e alla sua richiesta di accesso agli atti presentata il giorno successivo. La stazione appaltante ha risposto a questa istanza il 20 maggio 2024, entro il termine previsto di 15 giorni dalla richiesta.
Tempestività del ricorso
Il nodo della controversia riguarda la data di notifica del ricorso, avvenuta il 14 giugno 2024. Secondo il previgente d.lgs. 50/2016, la notifica entro 45 giorni dalla pubblicazione dell’aggiudicazione sarebbe stata tempestiva, conformemente alla giurisprudenza consolidata del Consiglio di Stato che prevedeva una dilazione temporale per l’accesso agli atti. Tuttavia, con l’entrata in vigore del nuovo codice, d.lgs. 36/2023, tale disposizione è stata abrogata.
Applicabilità del nuovo codice
Il nuovo codice dei contratti pubblici ha introdotto significative modifiche, tra cui l’art. 35 che stabilisce modalità digitali obbligatorie per l’accesso agli atti delle procedure di affidamento. Inoltre, l’art. 90 del d.lgs. 36/2023 prevede un termine di 30 giorni per l’impugnazione dell’aggiudicazione, decorrente dalla comunicazione sulla piattaforma telematica della stazione appaltante.
Il TAR Roma ha dovuto confrontarsi con il contrasto normativo tra il vecchio e il nuovo codice, stabilendo che il ricorso notificato il 14 giugno 2024 era tardivo ai sensi del d.lgs. 36/2023, nonostante potesse essere considerato tempestivo secondo il precedente quadro legislativo.
Pertanto, nonostante il ricorso potesse essere inizialmente conforme alla giurisprudenza vigente sotto il vecchio codice, la normativa attuale non consente la proroga dei termini per l’impugnazione dell’aggiudicazione in base alla dilazione concessa per l’accesso agli atti. La decisione del TAR Roma riflette l’importanza di adeguarsi alle nuove disposizioni normative, garantendo coerenza e certezza nel quadro giuridico delle gare pubbliche.