L’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ha sollevato un importante dibattito sull’equo compenso, esortando con urgenza un intervento legislativo. In una nota inviata ai Ministri dell’Economia e delle Infrastrutture, ANAC ha sottolineato l’indispensabile necessità di chiarire e uniformare l’applicazione delle leggi esistenti.
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Requisiti speciali per gare pubbliche
ANAC ha sottolineato l’esistenza di un vuoto normativo riguardante i requisiti speciali per partecipare alle gare pubbliche. Mentre si attende un intervento legislativo, l’Autorità ha invitato le stazioni appaltanti ad adottare comportamenti che favoriscano la massima partecipazione e impediscano discriminazioni. È stato suggerito di fare riferimento alle Linee Guida n. 1 e al codice dei contratti pubblici nell’individuazione dei requisiti di partecipazione. Questo approccio, nell’ottica del favor partecipationis, mira a garantire una partecipazione più ampia e a promuovere le micro, piccole e medie imprese.
Disciplina sull’equo compenso
L’ANAC sostiene la necessità di coordinare il codice dei contratti pubblici con la legge n. 49/2023 sull’equo compenso per evitare conflitti interpretativi. La legge n. 49/2023 si applica ai contratti pubblici senza derogare al codice dei contratti pubblici. Tuttavia, l’ANAC sottolinea che entrambi i sistemi normativi perseguono obiettivi simili, come la prevenzione delle offerte eccessivamente basse, garantendo la concorrenza e il rispetto del diritto europeo.
Considerazioni sull’applicazione delle tariffe minime
L’ANAC avverte che l’applicazione di tariffe minime potrebbe violare il diritto europeo sulla concorrenza. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha vietato l’indicazione di tariffe minime e massime in materia di compensi professionali. Questo solleva interrogativi sulla compatibilità delle tariffe minime con il principio di concorrenza.
Applicabilità della legge n. 49/2023
La legge n. 49/2023 si applica ai rapporti professionali che coinvolgono prestazioni intellettuali e contratti caratterizzati dalla posizione dominante del committente. Tuttavia, l’ANAC sottolinea che l’applicazione di questa legge non deve comportare nuovi oneri per la finanza pubblica.
L’equo compenso rappresenta, dunque, una sfida cruciale per il legislatore italiano. È essenziale coordinare le leggi esistenti per garantire una corretta applicazione e evitare controversie che potrebbero influire negativamente sulla spesa pubblica e sugli investimenti futuri, inclusi quelli finanziati dal PNRR. L’azione tempestiva del legislatore è fondamentale per creare un quadro normativo chiaro e coerente che favorisca la trasparenza e la giustizia nei contratti pubblici.